Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 17166 del 26 aprile 2016

ECLI:IT:CASS:2016:17166PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: La contestazione a catena dei reati, ai fini della retrodatazione dei termini di custodia cautelare, richiede la sussistenza di una effettiva connessione tra i fatti oggetto dei diversi procedimenti, non essendo sufficiente la mera circostanza che gli elementi indiziari relativi ai reati contestati fossero già noti all'autorità giudiziaria al momento dell'emissione della prima ordinanza cautelare. Il giudice è tenuto a valutare concretamente l'esistenza di un nesso di connessione rilevante ai sensi dell'art. 297 c.p.p., non potendo desumerla automaticamente dalla sola circostanza che i reati siano stati commessi nell'ambito di un contesto criminale unitario. Inoltre, ai fini della retrodatazione, è necessario che l'attività delittuosa contestata nel secondo procedimento non risulti interrotta prima dell'emissione della prima ordinanza cautelare. Il principio di diritto trova applicazione ogni qualvolta venga richiesta la retrodatazione dei termini di custodia cautelare in presenza di più procedimenti penali aventi ad oggetto reati commessi nell'ambito di un medesimo contesto criminale, imponendo al giudice una valutazione concreta e puntuale circa l'effettiva connessione tra i fatti e la continuità dell'attività delittuosa, senza che possa ritenersi sufficiente la mera circostanza che gli elementi probatori fossero già noti all'autorità procedente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IPPOLITO Francesco - Presidente

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluig - rel. Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 475/2015 TRIB. RIESAME DI CATANZARO del 9/7/2015;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e i ricorsi;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. PIERLUIGI DI STEFANO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. AGNELLO ROSSI, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
Con ordinanza del 9 luglio 2015 il Tribunale del riesame di Catanzaro ha rigettato l'appel…

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