Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 20508 del 28 maggio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:20508PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, in cambio di denaro o altre utilità, asserve la propria funzione agli interessi del privato, vanificando la funzione pubblica a lui demandata e violando i doveri di fedeltà, imparzialità e perseguimento esclusivo degli interessi pubblici, integra il delitto di corruzione propria, a prescindere dall'individuazione dello specifico atto contrario ai doveri d'ufficio. Ciò in quanto l'accordo corruttivo, di per sé, comporta la violazione dei fondamentali obblighi di servizio che gravano sul pubblico ufficiale, il quale è tenuto ad esercitare le proprie prerogative in modo imparziale e nell'esclusivo interesse della collettività, senza asservire la funzione pubblica a interessi privati. Pertanto, la promessa o dazione di denaro o altra utilità in ragione delle funzioni esercitate dal pubblico ufficiale e dei conseguenti favori oggetto della pattuizione, integra gli estremi del reato di corruzione propria, a prescindere dalla puntuale individuazione dello specifico atto contrario ai doveri d'ufficio, essendo sufficiente che risulti provato l'asservimento della funzione pubblica agli interessi del privato. Analogamente, il pubblico ufficiale che rivela indebitamente informazioni riservate tratte dalle banche dati cui ha accesso in ragione delle sue funzioni, compie un abuso dei poteri pubblici a lui conferiti, violando il dovere di riservatezza e il segreto d'ufficio, a prescindere dalla prova che la rivelazione sia finalizzata a procurare un vantaggio al privato o a recare un danno all'amministrazione. In tali ipotesi, la condotta illecita del pubblico ufficiale è di per sé lesiva del corretto e imparziale esercizio della funzione pubblica, a tutela della quale sono posti i reati di corruzione e rivelazione di segreti d'ufficio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) AM. MA. N. IL (OMESSO);

2) DE. PR. AN. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 3100/2007 CORTE APPELLO di NAPOLI, del 08/01/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 18/03/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MATERA Lina;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. SALVI Giovanni, che ha concluso per il rigetto per l' Am. e l'inammissibilita' per il De. Pr. .

FATTO

Con la sentenza indicata in…

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