Cassazione penale Sez. V sentenza n. 29867 del 26 luglio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:29867PEN

Massima

Generata da Simpliciter
La capacità di intendere e di volere, quale fondamento dell'imputabilità penale, non corrisponde a categorie scientifiche rigide, ma a convenzioni giuridiche che la dottrina e la giurisprudenza adeguano costantemente all'evoluzione delle conoscenze psichiatriche e comportamentali. Anche i disturbi gravi della personalità, come le nevrosi e le psicopatie, possono incidere sulla capacità di autodeterminazione dell'agente, determinando una totale o parziale infermità di mente, a condizione che presentino consistenza, intensità, rilevanza e gravità tali da compromettere in modo significativo i processi intellettivi e volitivi, in rapporto eziologico con il fatto di reato commesso. Tuttavia, non assumono rilievo ai fini dell'imputabilità le mere "anomalie caratteriali" o gli "stati emotivi e passionali" che non raggiungano tale soglia di incisività. Spetta al giudice, sulla base di una valutazione complessiva della personalità dell'imputato e delle circostanze del fatto, accertare l'esistenza dei presupposti per il riconoscimento dell'infermità totale o parziale di mente, senza poter abdicare tale compito in favore di altri soggetti o rinunciarvi, pur dovendo tenere conto dei dati relativi alle condizioni mentali forniti dalla perizia psichiatrica. Analogamente, l'applicazione di una misura di sicurezza, come la libertà vigilata, presuppone una specifica motivazione sulla pericolosità sociale dell'imputato, fondata sull'esame della sua personalità, sui fatti commessi e su ogni altro parametro indicato dalla legge, al fine di valutare il concreto pericolo di recidiva.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) BO. DA. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 2496/2009 CORTE APPELLO di MILANO, del 17/03/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 10/06/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GERARDO SABEONE;

Udito il Procuratore Generale in persona del ((omissis)) che ha concluso per l'annullamento con rinvio limitatamente all'applicazione della misura di sicurezza, inammi…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.