L'Amministrazione può legittimamente rescindere un contratto o revocare un'autorizzazione amministrativa qualora accerti, attraverso adeguata istruttoria, che l'attività contrattuale o autorizzata sia condizionata o influenzata da soggetti riconducibili ad ambienti criminali o mafiosi, in quanto ciò integra un grave inadempimento contrattuale o un presupposto ostativo al mantenimento dell'autorizzazione. Tale accertamento deve essere supportato da elementi di fatto concreti e specifici, che dimostrino il condizionamento dell'attività da parte di organizzazioni criminali, senza che sia necessaria una sentenza di condanna penale. L'Amministrazione, in tali casi, ha il dovere di intervenire tempestivamente per tutelare l'interesse pubblico alla legalità e all'integrità delle proprie attività amministrative, anche attraverso l'acquisizione di informazioni riservate presso le autorità competenti. Tuttavia, l'esercizio di tali poteri deve avvenire nel rispetto del contraddittorio e del diritto di difesa dell'interessato, il quale può contestare la fondatezza e la congruità degli elementi posti a base del provvedimento. In caso di inerzia o rifiuto dell'Amministrazione di acquisire gli elementi istruttori necessari, il giudice amministrativo può disporre l'integrazione del contraddittorio e l'acquisizione della documentazione rilevante, al fine di verificare la legittimità del provvedimento adottato.