Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 28105 del 8 ottobre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:28105PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che utilizza indebitamente, per fini personali, beni e risorse strumentali dell'ente pubblico di cui è responsabile, commette il reato di peculato, anche qualora tenti di giustificare il proprio operato mediante la produzione di documenti privi dei requisiti di ufficialità e pubblicità richiesti per la validità degli atti amministrativi. In tali casi, l'elemento soggettivo del dolo di appropriazione è integrato dalla consapevolezza dell'indebito utilizzo di beni pubblici, a prescindere dalla successiva rendicontazione e restituzione delle somme indebitamente utilizzate, atteso che l'assegnazione di tali beni al pubblico ufficiale era finalizzata esclusivamente all'espletamento dei compiti d'ufficio e non all'uso personale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. CRISCUOLO Anna - rel. Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 06/06/2019 della Corte di appello di Brescia;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere CRISCUOLO Anna;
udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale DE MASELLIS Mariella, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore, avv. (OMISSIS), che ha concluso per l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO<…

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