Il titolare del credito azionato in sede esecutiva può provare la propria legittimazione attiva mediante la produzione del solo avviso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della cessione del credito in blocco ai sensi dell'art. 58 del D.Lgs. n. 385/1993, a condizione che tale avviso rechi l'univoca indicazione, almeno per categorie, dei rapporti ceduti, senza necessità della specifica enumerazione di ciascuno di essi. Tuttavia, in caso di contestazione da parte del debitore ceduto circa l'inclusione del credito oggetto di causa nell'operazione di cessione, grava sul creditore precettante l'onere di produrre idonea documentazione a dimostrazione dell'avvenuta cessione di quel credito specifico. La notifica al debitore ceduto può avvenire anche successivamente alla pubblicazione dell'avviso in Gazzetta Ufficiale, senza che ciò pregiudichi l'opponibilità della cessione, essendo sufficiente che il cessionario intimante produca in giudizio la dichiarazione del cedente circa l'avvenuta cessione del credito. Pertanto, la titolarità del credito azionato in sede esecutiva può ritenersi sufficientemente provata dal cessionario mediante la valutazione congiunta di più elementi probatori, quali il contratto di cessione in blocco, la disponibilità del titolo esecutivo originario, il riconoscimento dell'avvenuta cessione da parte del cedente, in assenza di elementi contrari.