Cassazione penale Sez. V sentenza n. 20105 del 20 maggio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:20105PEN

Massima

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Il diritto di critica politica, costituzionalmente garantito, può legittimare l'utilizzo di espressioni incisive e pungenti nei confronti di amministratori pubblici, purché il linguaggio impiegato, pur essendo fermo e determinato, non risulti inutilmente volgare o lesivo della dignità personale, e sia correlato a fatti di indiscutibile interesse pubblico, oggetto di contestazione da parte della collettività per le scelte adottate dall'amministrazione. In tali ipotesi, la valutazione della sussistenza della scriminante dell'esercizio del diritto di critica politica deve essere effettuata in concreto, avendo riguardo al tenore complessivo degli scritti e al contesto in cui essi sono stati diffusi, senza che assuma rilievo determinante il mero utilizzo di appellativi o espressioni particolarmente dure, se giustificate dalla rilevanza pubblica delle questioni trattate e dalla finalità di stimolare il dibattito democratico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. NAPPI Aniello - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) TR. PA., N. IL (OMESSO) P.C.;

contro

2) AD. LO. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 21/02/2006 CORTE APPELLO di NAPOLI;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. PIZZUTI GIUSEPPE;

sentito il P.G. Dott. CIANI Gianfranco, che ha chiesto il rigetto del ricorso;

udito il difensore Avv. FESTA.

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