Il ricorso per revocazione avverso una sentenza della Corte di Cassazione è inammissibile qualora il ricorrente non abbia formulato, all'inizio o al termine del motivo di ricorso, una sintesi conclusiva recante l'indicazione specifica, chiara ed immediatamente intellegibile, del fatto che si assume avere costituito oggetto dell'errore e l'esposizione delle ragioni per cui l'errore presenta i requisiti previsti dall'art. 395 c.p.c. Tale requisito formale, previsto a pena di inammissibilità dall'art. 366-bis c.p.c., applicabile anche al ricorso per revocazione ai sensi dell'art. 391-bis c.p.c., non può essere sanato da una tardiva integrazione del ricorso effettuata nella memoria depositata ai sensi dell'art. 380-bis c.p.c., comma 3, in quanto la causa di inammissibilità opera ab origine. Inoltre, il ricorso per revocazione è inammissibile anche qualora il ricorrente non abbia riprodotto testualmente nel motivo di ricorso il contenuto della censura svolta con l'appello, laddove questa non risultasse dalla sentenza impugnata, ovvero non abbia preliminarmente impugnato la sentenza per omessa pronuncia su una questione che, pur essendo stata oggetto di appello, non risultasse dalla sentenza impugnata.