La mancanza del titolo di laurea in odontoiatria, requisito essenziale per l'iscrizione all'albo professionale degli odontoiatri, legittima il provvedimento di cancellazione dall'albo, anche a distanza di tempo dall'originaria iscrizione, in quanto l'esigenza pubblicistica di tutela della salute pubblica e dell'affidamento dei pazienti prevale sull'interesse del professionista privo del titolo abilitante. La natura ricognitiva dell'iscrizione all'albo, che accerta il possesso dei requisiti di legge, e la prevalenza degli interessi pubblici sottesi all'esercizio della professione sanitaria, impediscono l'applicazione del termine di decadenza per l'annullamento in autotutela previsto dalla legge sul procedimento amministrativo, rendendo possibile la rimozione dell'iscrizione illegittima in qualsiasi momento. Ciò vale anche quando l'iscrizione sia stata ottenuta in forza di un provvedimento giurisdizionale favorevole, in quanto il giudicato non può estendersi oltre l'oggetto del giudizio, non potendo incidere sulla successiva verifica del possesso dei requisiti di legge per l'iscrizione all'albo. Né il professionista può vantare un legittimo affidamento sulla permanenza dell'iscrizione, in ragione della natura pubblicistica della professione sanitaria e dell'esigenza di tutela della salute pubblica, che rendono recessivo ogni interesse individuale. Infine, la composizione della Commissione Centrale per gli Esercenti le Professioni Sanitarie, che include anche membri appartenenti ai Consigli degli Ordini territoriali, non determina un vizio di imparzialità, in assenza di tempestiva istanza di ricusazione, essendo tale composizione coessenziale alla previsione di una giurisdizione domestica per gli appartenenti all'ordine professionale.