Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 6758 del 12 febbraio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:6758PEN

Massima

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Il reato associativo di cui all'art. 416 c.p. richiede la sussistenza di un vincolo a carattere stabile e permanente tra tre o più persone, che si predispongano, dando vita ad una minima organizzazione strutturale, alla commissione di una serie indeterminata di delitti, nella consapevolezza di far parte di un sodalizio criminoso durevole e con la disponibilità ad operare per l'attuazione del progetto delinquenziale comune, anche a prescindere dalla concreta realizzazione di ciascuno dei delitti programmati. La gravità indiziaria di tale reato non può essere desunta dalla mera ricostruzione di singoli episodi di condotte corruttive, dovendo il giudice verificare la compatibilità di tali condotte con la configurazione di un'associazione a delinquere, attraverso un'approfondita analisi degli elementi che denotino l'esistenza di una struttura stabile, con articolata ripartizione di ruoli e competenze, nonché il collegamento con precedenti episodi analoghi accertati nel medesimo contesto territoriale. Inoltre, nel valutare le esigenze cautelari, il giudice deve tenere conto dell'atteggiamento collaborativo dell'indagato, il quale, pur avendo ammesso le proprie responsabilità e fornito indicazioni utili all'accertamento delle condotte di altri soggetti, potrebbe aver dimostrato una revisione del proprio percorso criminoso e una recisione dei legami con gli ambienti in cui è maturato l'iter delittuoso, così da escludere o attenuare il pericolo di reiterazione del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Presidente

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

Dott. DI SALVO Emanue - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 1025/2013 TRIB. LIBERTA' di MILANO, del 13/06/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. EMANUELE DI SALVO;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. DI POPOLO Angelo: rigetto.

RITENUTO IN FATTO

1. (OMISSIS) ricorre per cassazione avverso l'ordinanza del Tribunale del riesame di Milano, in data 13-6-13, che ha confermato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa…

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