Cassazione penale Sez. II sentenza n. 42195 del 29 novembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:42195PEN

Massima

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Il giudice di pace, nel pronunciare sentenza di assoluzione con la formula "perché il fatto non costituisce reato", è tenuto a valutare compiutamente tutte le risultanze processuali, senza omettere o travisare le prove acquisite, al fine di accertare l'effettiva sussistenza o meno degli elementi costitutivi del reato contestato. Qualora il giudice di pace, pur ritenendo false le dichiarazioni della parte offesa costituita in giudizio come parte civile, pronunci una sentenza assolutoria con la formula "perché il fatto non costituisce reato", tale formula implica l'insussistenza dell'elemento soggettivo del reato, in contrasto con la motivazione che abbia ritenuto false le dichiarazioni della parte offesa. In tali casi, la sentenza di assoluzione pronunciata dal giudice di pace è suscettibile di impugnazione da parte della parte civile, ai soli effetti della responsabilità civile, mediante appello dinanzi al tribunale competente, in applicazione della regola generale di cui all'art. 576 c.p.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI Secondo Liber - Presidente

Dott. NUZZO Laurenza - rel. Consigliere

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. MANNA Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PO. AL. N. IL (OMESSO), nei confronti di:

C/O FI. SA. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 596/2006 GIUDICE DI PACE di FIRENZE, del 30/07/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 05/11/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. NUZZO Laurenza;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. STABILE Carmine che ha concluso per la remissione …

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