Cassazione penale Sez. II sentenza n. 47920 del 22 dicembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:47920PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si differenzia dal delitto di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con minaccia alla persona non tanto per la materialità del fatto, che può essere identica, quanto per l'elemento intenzionale nell'estorsione, caratterizzato dalla coscienza dell'agente che quanto egli pretende non gli è dovuto. Tuttavia, quando la minaccia si estrinseca in forme di tale forza intimidatoria da andare al di là di ogni ragionevole intento di far valere un proprio (preteso) diritto, allora la coartazione dell'altrui volontà assume ex se i caratteri dell'ingiustizia, con la conseguenza che, in situazioni del genere, anche la minaccia tesa a far valere quel diritto si trasforma in una condotta estorsiva. Pertanto, ai fini della distinzione tra il delitto di estorsione e quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con minaccia alla persona, rileva non tanto la materialità del fatto, quanto l'elemento intenzionale dell'agente, ossia la consapevolezza che la pretesa avanzata non gli è dovuta. Tuttavia, quando la minaccia assume una tale forza intimidatoria da andare oltre il ragionevole intento di far valere un proprio diritto, la condotta assume i caratteri dell'ingiustizia e si configura il delitto di estorsione, a prescindere dalla natura della pretesa avanzata. La valutazione circa il superamento dei limiti del legittimo esercizio di un diritto e la configurazione del delitto di estorsione è rimessa al prudente apprezzamento del giudice di merito, il cui giudizio non è censurabile in sede di legittimità se adeguatamente motivato e non manifestamente illogico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Ce. Ma. , nato a (OMESSO) il (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Catanzaro, sezione 2 penale, in data 17.5.2011.

Sentita la relazione della causa fatta, in pubblica udienza, dal consigliere Dr. Piercamillo Davigo.

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, dott. ((omissis)), il quale ha concluso chiedendo che la sentenza impugnata sia annullata con rinvio.

Udito il difensore Avv. ((…

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