Il reato di corruzione presuppone che l'atto oggetto del mercimonio rientri nella sfera di competenza o di influenza dell'ufficio cui appartiene il soggetto corrotto, in modo che egli possa esercitare una qualche forma di ingerenza, sia pur di mero fatto, sulla deliberazione di tale atto. Pertanto, non è configurabile il reato di corruzione quando l'atto oggetto del patto illecito non rientra nella competenza o nella sfera di influenza del pubblico agente corrotto, ma è di esclusiva competenza di un altro ufficio o funzionario pubblico, anche se il corrotto abbia comunque esercitato un'ingerenza mediata sull'adozione dell'atto. In tali casi, difetta il requisito della messa a disposizione della funzione pubblica o del compimento di un atto contrario ai doveri d'ufficio, essenziale per la configurazione dei reati di corruzione propria e impropria.