Il falso in scrittura privata si configura quando l'agente, abusando di un foglio firmato in bianco, vi aggiunge contenuti estranei alla volontà del sottoscrittore, integrandone così il reato anche in assenza di una falsificazione della firma. Ciò in quanto l'elemento essenziale del reato di falso è l'alterazione della verità oggettiva del documento, a prescindere dalle modalità con cui essa è realizzata. Pertanto, l'abuso di un foglio firmato in bianco, mediante l'inserimento di dichiarazioni o dati non voluti dal sottoscrittore, costituisce falso in scrittura privata, in quanto altera la genuinità e l'integrità del documento, indipendentemente dalla falsificazione della firma. Inoltre, la prova del falso può desumersi non solo dall'accertamento tecnico-grafico, ma anche dall'analisi complessiva della struttura e del contenuto del documento, che può rivelare la sua artificiosa composizione e l'estraneità del sottoscrittore alle aggiunte. Ciò in quanto il reato di falso in scrittura privata tutela non solo l'autenticità della firma, ma anche l'integrità e la veridicità del documento nel suo complesso, a garanzia della certezza e della fede pubblica negli atti privati.