Cassazione penale Sez. II sentenza n. 5773 del 16 febbraio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:5773PEN

Massima

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Il riconoscimento della seminfermità mentale dell'imputato, pur essendo una circostanza attenuante, non determina necessariamente una riduzione della pena se in concorso con altre circostanze aggravanti, come la recidiva, che ne impediscono la prevalenza. Il giudice, nel valutare la capacità di intendere e di volere dell'imputato al momento del fatto, deve tenere conto di tutte le risultanze probatorie, senza essere vincolato dalla sola prospettazione difensiva, e la sua valutazione di merito, se confermata in appello, non può essere superata in sede di legittimità, salvo il caso in cui il giudice di secondo grado abbia richiamato dati probatori non esaminati dal primo giudice. Inoltre, la sentenza di appello che confermi integralmente quella di primo grado non determina un aggravamento della pena, ma una mera conferma della stessa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. PAGANO Filiberto - Consigliere

Dott. NUZZO Laurenza - rel. Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. MANNA Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) LA. FR. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 826/2010 CORTE APPELLO di GENOVA, del 18/05/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 21/01/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. LAURENZA NUZZO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. GALATI Giovanni, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

La. Fr. ha proposto rico…

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