Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il giudice, nell'esercizio del proprio potere di controllo sulla legittimità degli atti amministrativi, è tenuto a verificare la correttezza e la ragionevolezza delle valutazioni tecniche compiute dalla pubblica amministrazione, senza tuttavia sostituirsi ad essa nell'esercizio della discrezionalità tecnica, salvo i casi in cui emerga un vizio di illogicità manifesta o di travisamento dei fatti. Il sindacato giurisdizionale deve pertanto limitarsi a riscontrare la coerenza logica e la correttezza del procedimento seguito dalla P.A., senza poter sindacare nel merito le scelte discrezionali compiute nell'esercizio della discrezionalità tecnica, le quali rientrano nell'ambito della competenza esclusiva dell'amministrazione. Il giudice può, tuttavia, censurare le valutazioni tecniche della P.A. qualora risultino affette da errori macroscopici, da palese illogicità o da manifesta irragionevolezza, tali da inficiare la legittimità dell'atto impugnato. In tali ipotesi, il giudice può sostituire la propria valutazione tecnica a quella dell'amministrazione, al fine di assicurare il rispetto dei principi di buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa di cui all'art. 97 Cost.