Il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione, anche di cittadine extracomunitarie, integrano gravi reati, la cui prova può essere desunta da univoche risultanze di intercettazioni telefoniche, servizi di osservazione e dichiarazioni testimoniali, senza che rilevi la mancata consumazione dell'ingresso illegale nel territorio dello Stato o l'asserita inattendibilità di alcune dichiarazioni, atteso che il modus operandi del reclutamento di ragazze disperate, provenienti dai paesi dell'est, facilmente condizionabili, rende irrilevante la consapevolezza dell'imputato circa la cittadinanza delle vittime. Tali condotte, caratterizzate dall'organizzazione di una vera e propria impresa di sfruttamento di giovani donne, giustificano l'irrogazione di una sanzione adeguata e proporzionata alla gravità del fatto, senza che possano essere concesse le circostanze attenuanti generiche, in considerazione della pericolosità sociale dell'imputato, desumibile anche dai suoi precedenti penali.