Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 9881 del 9 marzo 2016

ECLI:IT:CASS:2016:9881PEN

Massima

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Il comportamento gravemente minaccioso e violento posto in essere dall'imputato nei confronti dei pubblici ufficiali, non solo nella fase iniziale del controllo di documenti, ma anche successivamente durante la perquisizione personale e l'arresto, integrando un vero e proprio impiego di forza diretto a neutralizzare l'azione degli operanti e a sottrarsi all'espletamento di un legittimo controllo di ordine pubblico, configura il reato di resistenza a pubblico ufficiale, a prescindere dall'effettivo impedimento dell'attività degli agenti e dall'esito positivo o negativo della loro azione. Infatti, ai fini dell'integrazione del delitto di resistenza, non è necessario che sia impedita in concreto la libertà di azione del pubblico ufficiale, essendo sufficiente che si usi violenza o minaccia per opporsi al compimento di un atto di ufficio o di servizio, indipendentemente dall'esito di tale azione e dall'effettivo verificarsi di un ostacolo al compimento degli atti predetti. Inoltre, la riqualificazione giuridica operata dai giudici di merito, senza discostarsi dalla descrizione dei fatti contenuta nell'imputazione, non integra una violazione del principio di correlazione tra accusa e sentenza, in quanto non si è verificato un mutamento sostanziale della fisionomia dell'ipotesi accusatoria tale da impedire o menomare il diritto di difesa dell'imputato. Infine, il danneggiamento dell'autovettura di servizio, accertato sulla base delle dichiarazioni testimoniali, integra il reato di danneggiamento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CONTI Giovanni - Presidente

Dott. GIANESINI Maurizio - Consigliere

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) n. il (OMISSIS);
avverso la sentenza della Corte d'Appello di Catanzaro n. 281/2011 del 30/10/2014;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in pubblica udienza la relazione svolta dal Consigliere Dott. DE AMICIS Gaetano;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. DI LEO Giovanni, che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore, Avv. (OMISSIS), quale sostituto processuale dell'Avv. (O…

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