Cassazione penale Sez. V sentenza n. 1984 del 16 gennaio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:1984PEN

Massima

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Il reato di bancarotta fraudolenta per distrazione si configura quando l'amministratore, anche di fatto, di una società poi dichiarata fallita, pone in essere una serie di operazioni dolose e distrattive del patrimonio sociale, consapevolmente orientate a svuotare la garanzia patrimoniale a danno dei creditori, anche attraverso operazioni straordinarie di trasformazione societaria come la fusione per incorporazione o la scissione, che, pur essendo astrattamente lecite, risultino concretamente pregiudizievoli per le ragioni creditorie. In particolare, il mancato versamento reiterato e sistematico delle imposte dovute dalla società, pur non integrando di per sé il reato di bancarotta, può costituire una condotta causalmente rilevante per il dissesto e il successivo fallimento, qualora l'amministratore abbia consapevolmente destinato le risorse disponibili ad altri scopi aziendali, anziché all'adempimento dell'obbligazione tributaria, in previsione del probabile depauperamento della garanzia patrimoniale a danno dei creditori. Analogamente, l'operazione di fusione per incorporazione di una società già gravata da ingenti debiti tributari può integrare gli estremi della bancarotta fraudolenta per distrazione, qualora determini un aggravamento della situazione debitoria della società incorporante, in pregiudizio delle ragioni creditorie, a prescindere dall'astratta liceità dell'operazione societaria ai sensi del codice civile. Infine, la scissione di una società, seguita dal trasferimento dei beni della società scissa a favore di soggetti terzi, anche mediante operazioni di lease back o di cessione di crediti a prezzi non congrui, può essere ritenuta condotta distrattiva, qualora risulti preordinata a svuotare il patrimonio della società, in vista del suo successivo fallimento, a danno dei creditori. In tutti questi casi, il dolo richiesto per la configurazione del reato di bancarotta fraudolenta per distrazione non necessita della rappresentazione e volontà dell'evento fallimentare, essendo sufficiente la consapevole volontà di destinare il patrimonio sociale a scopi diversi dalla garanzia delle obbligazioni contratte, con la previsione della probabile diminuzione della garanzia patrimoniale a danno dei creditori.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. MAZZITELLI Caterina - Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico V. S. - Consigliere

Dott. FIDANZIA Andrea - Consigliere

Dott. TUDINO A. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 29/08/2018 del TRIB. LIBERTA' di BRESCIA;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ALESSANDRINA TUDINO;
lette/sentite le conclusioni del PG Dr. GIOVANNI DI LEO che conclude per il rigetto;
Il difensore insiste nell'accoglimento.
RITENUTO IN FATTO
1.Con ordinanza del 29 agosto 2018, il Tribunale di Brescia, in funzione di giudice del riesame dei provvedimenti limitativi della liberta' personale, ha rigettato l'…

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