Il reato di sfruttamento della prostituzione comporta l'applicazione di una misura di sicurezza detentiva, quale la casa di lavoro o la colonia agricola, ma tale applicazione deve essere preceduta da un accertamento in concreto della pericolosità sociale del soggetto agente, non potendosi procedere in modo automatico senza una valutazione specifica della persistente pericolosità del condannato. L'applicazione automatica della misura di sicurezza, senza una motivazione adeguata sulla pericolosità sociale attuale del reo, determina un vizio di legittimità costituzionale, in quanto viola il principio di proporzionalità della pena e della misura di sicurezza rispetto alla concreta pericolosità del soggetto. Il giudice è pertanto tenuto a compiere una valutazione specifica e dettagliata della pericolosità sociale del condannato per il reato di sfruttamento della prostituzione, al fine di giustificare l'applicazione e la durata della misura di sicurezza, non potendosi procedere in modo automatico sulla base della sola condanna per il reato contestato.