Cassazione penale Sez. V sentenza n. 2674 del 21 gennaio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:2674PEN

Massima

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Il giudice di merito, nel valutare la responsabilità penale dell'imputato per i reati di diffamazione e minaccia, è tenuto a motivare in modo adeguato e coerente in ordine alla credibilità soggettiva e all'attendibilità intrinseca delle dichiarazioni della persona offesa, anche in assenza di ulteriori riscontri probatori, purché tali dichiarazioni non presentino elementi di inattendibilità. Inoltre, il giudice deve esaminare compiutamente la sussistenza dell'elemento soggettivo del reato, alla luce delle concrete circostanze fattuali, senza limitarsi a mere enunciazioni di principi giurisprudenziali astratti. La mancanza di una motivazione adeguata su tali profili determina l'annullamento della sentenza con rinvio per un nuovo esame.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NAPPI Aniello - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. CATENA R. - rel. Consigliere

Dott. FIDANZIA Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Procuratore Generale presso la sezione distaccata della Corte di Appello di Sassari;
avverso la sentenza del 25/02/2015 del Giudice di pace di Sassari;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa CATENA Rossella;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. ORSI Luigi, che ha concluso per l'annullamento con rinvio.
RITENUTO IN FATTO
1. Co…

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