Il mutamento della destinazione d'uso di un immobile, realizzato senza il necessario titolo abilitativo, legittima l'adozione da parte dell'Amministrazione comunale di un ordine di ripristino, volto a ricondurre l'utilizzo dell'immobile alla destinazione d'uso originariamente autorizzata. Tuttavia, l'ottemperanza spontanea del privato all'ordine di ripristino, con la cessazione dell'uso difforme e il ritorno all'originaria destinazione d'uso, esclude la sussistenza di un interesse all'accertamento dell'illegittimità degli atti sanzionatori, nonché i presupposti per il riconoscimento di eventuali pretese risarcitorie. Inoltre, l'esercizio del diritto di difesa da parte del privato, unitamente al suo atteggiamento collaborativo nei confronti dell'Amministrazione, non integrano gli estremi per una condanna per responsabilità aggravata ai sensi dell'art. 96 c.p.c.