Cassazione penale Sez. V sentenza n. 38338 del 24 ottobre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:38338PEN

Massima

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La minaccia grave, anche se condizionata e non seguita da effettiva intimidazione della vittima, integra il reato di minaccia, in quanto la condotta è idonea a suscitare nella persona offesa un fondato timore per la propria incolumità, indipendentemente dall'effettiva realizzazione della minaccia o dalla reazione della vittima. Il giudice, nel valutare la rilevanza penale della condotta, deve tenere conto della natura e delle modalità della minaccia, nonché della sua idoneità a incutere timore nella persona offesa, senza che sia necessario accertare l'effettiva intimidazione o la concreta possibilità di realizzazione della minaccia. La pena irrogata deve essere proporzionata alla gravità del fatto, senza che il giudice sia vincolato dalla mancata concessione di circostanze attenuanti generiche, la cui valutazione rientra nel suo prudente apprezzamento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - rel. Consigliere

Dott. SANDRELLI Gian Giacomo - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DE. GE. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1277/2008 CORTE APPELLO di TRIESTE, del 04/03/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 30/06/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. VITO SCALERA;

Udite le conclusioni del Procuratore Generale in persona del Sostituto Dott. FRATICELLI Mario, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.

OSSE…

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