Il riconoscimento di una sentenza penale straniera, ai fini della recidiva, non comporta necessariamente il riconoscimento anche per il risarcimento dei danni in favore della parte civile, qualora il pubblico ministero abbia limitato la propria richiesta ai soli effetti della recidiva. Il principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato impone che il giudice si attenga ai limiti della richiesta del pubblico ministero, senza poter estendere il riconoscimento ad aspetti non richiesti. Inoltre, la mancata richiesta di motivazione scritta della sentenza straniera da parte dell'imputato, in presenza di un minimo contenuto motivazionale, non determina di per sé la contrarietà ai principi fondamentali dell'ordinamento giuridico italiano, in quanto tale meccanismo procedimentale previsto dalla legge straniera non compromette il diritto al giusto processo e alla comprensione delle ragioni della condanna, quando l'imputato sia stato assistito da un difensore e abbia avuto la possibilità di impugnare la decisione.