Cassazione penale Sez. V sentenza n. 42112 del 16 novembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:42112PEN

Massima

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Il falso in dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, pur essendo un reato di pericolo astratto, richiede una valutazione concreta delle circostanze del caso per accertare la sussistenza dell'elemento soggettivo del dolo, senza che possa ritenersi sufficiente il mero dato oggettivo della difformità temporale della dichiarazione rispetto alla realtà dei fatti. Pertanto, il giudice è tenuto a compiere un'approfondita disamina delle risultanze probatorie, senza limitarsi a considerazioni meramente formali, al fine di verificare se l'imputato abbia agito con la consapevolezza e la volontà di attestare il falso. Inoltre, la valutazione della concessione o meno del beneficio della sospensione condizionale della pena deve essere effettuata con riferimento esclusivo al reato per cui si procede, senza che possano rilevare eventuali precedenti condotte illecite non oggetto del giudizio in corso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMATO Alfonso - Presidente

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Anton - Consigliere

Dott. DE MARCHI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto il 9.9.2010 da:

avv. Vemazza Andrea, difensore di BA. Ke. El. , nata a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte di Appello di Genova del 7 luglio 2010.

Udite le conclusioni del P.G in persona del Sostituto Dr. Giovanni Salvi, che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso.

Sentito, altresi', l'avv. Andrea Vernazza che ne ha chiesto, invece, l'accoglimento.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

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