Cassazione penale Sez. III sentenza n. 11446 del 14 marzo 2019

ECLI:IT:CASS:2019:11446PEN

Massima

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La detenzione di ingente quantità di materiale pedopornografico, caratterizzata dal salvataggio e dalla catalogazione dei file in modo da dimostrare la consapevolezza e la volontarietà della condotta, integra il reato di cui all'art. 600-quater c.p., comma 1 e 2, senza che rilevi l'eventuale inconsapevolezza iniziale dell'imputato circa la natura pedopornografica del materiale. La gravità del fatto, desumibile dal numero elevato di immagini e video detenuti, e la reiterazione della condotta nel tempo, sono elementi idonei a giustificare il diniego delle circostanze attenuanti generiche e la determinazione della pena nel massimo edittale, in assenza di elementi concreti che possano far ritenere prevalenti i fattori positivi della personalità dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LAPALORCIA Grazia - Presidente

Dott. DI NICOLA Vito - Consigliere

Dott. LIBERATI Giovan - rel. Consigliere

Dott. GAI Emanuela - Consigliere

Dott. MACRI' Ubalda - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 20/9/2017 della Corte d'appello di Lecce;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere, Dott. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale, Dott. Cuomo, che ha concluso chiedendo di dichiarare inammissibile il ricorso;
udito per il ricorrente l'avv. (OMISSIS), che ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FAT…

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