Il diniego del visto d'ingresso per lavoro stagionale adottato dall'autorità consolare nei confronti dello straniero non può essere impugnato dal datore di lavoro italiano, in quanto il procedimento di rilascio del visto è strutturalmente e funzionalmente autonomo rispetto a quello di autorizzazione al lavoro stagionale gestito dallo sportello unico per l'immigrazione. Il datore di lavoro, pur avendo un interesse di mero fatto all'ingresso in Italia del lavoratore straniero, non è titolare di una posizione giuridica soggettiva qualificata come interesse legittimo, né può sostituirsi processualmente allo straniero nel far valere l'interesse di quest'ultimo all'ottenimento del visto. Pertanto, solo lo straniero richiedente il visto è legittimato a impugnare il relativo provvedimento di diniego, in quanto la funzione tipica del visto è quella di consentire l'ingresso nel territorio nazionale, altrimenti precluso.