Cassazione penale Sez. II sentenza n. 19685 del 25 maggio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:19685PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando l'agente, mediante violenza o minaccia, costringe la vittima a consegnare una somma di denaro o altra utilità, indipendentemente dalla sussistenza di un effettivo diritto vantato dall'agente. L'elemento soggettivo del reato è integrato dalla coscienza e volontà di porre in essere la condotta estorsiva, a prescindere dalla motivazione che ha spinto l'agente ad agire. La prova della responsabilità penale può essere desunta da elementi indiziari, quali il verbale di arresto in flagranza, la denuncia della persona offesa e il rinvenimento di oggetti utilizzati per minacciare la vittima, senza che sia necessaria l'escussione diretta dell'imputato. La valutazione della prova da parte del giudice di merito, se congruamente motivata, è insindacabile in sede di legittimità, salvo vizi logici o manifesta illogicità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. PAGANO Filiberto - Consigliere

Dott. NUZZO Laurenza - rel. Consigliere

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) FO. GI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 7118/2008 CORTE APPELLO di NAPOLI, del 04/02/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 07/05/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. NUZZO Laurenza;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'AMBROSIO Vito che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. ((omissis)) del Foro di Avellino che conclude per l'accoglimento dei mot…

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