Cassazione penale Sez. III sentenza n. 23066 del 29 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:23066PEN

Massima

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Il divieto di reformatio in peius, che vieta l'aggravamento della posizione dell'imputato in sede di impugnazione, opera soltanto nei rapporti tra il processo di primo grado e quello di appello, ma non si estende ai successivi giudizi di rinvio a seguito di annullamenti della Corte di Cassazione. Pertanto, nel caso di più annullamenti con rinvio da parte della Corte di Cassazione, il giudice di rinvio può legittimamente rideterminare la pena in misura superiore a quella inflitta in primo grado, purché nel rispetto dei limiti edittali e senza superare la pena complessivamente inflitta in precedenza. Inoltre, il giudice di rinvio non è vincolato a tenere conto della riduzione della pena conseguente all'esclusione di alcune violazioni per prescrizione, in quanto tale riduzione è già stata operata in precedenza a seguito del primo ricorso per cassazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SQUASSONI Claudia - Presidente

Dott. LOMBARDI Alfredo M. - Consigliere

Dott. FRANCO Amedeo - Consigliere

Dott. AMORESANO Silvio - Consigliere

Dott. GAZZARA Santi - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 823/2008 CORTE APPELLO di BOLOGNA, del 01/12/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 09/05/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SANTI GAZZARA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto;

udito il difensore avv. (OMISSIS), il quale ha concluso insistendo in ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con sentenza…

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