La revoca dell'autorizzazione di polizia per il commercio di oggetti preziosi è legittima quando il titolare abbia abusato del titolo autorizzatorio, come nel caso di gravi irregolarità nella registrazione delle operazioni di acquisto di preziosi usati, tali da rendere ragionevole il giudizio prognostico negativo sulla possibilità di non più abusare del titolo di polizia dopo un eventuale periodo di sospensione. In tali ipotesi, la revoca, anziché la sospensione, si configura come provvedimento proporzionato e adeguatamente motivato, in considerazione della delicatezza del settore e della necessità di assicurare il rispetto della normativa di polizia, anche al fine di prevenire e reprimere il commercio clandestino di preziosi usati e delitti contro il patrimonio. L'omessa comunicazione dell'avvio del procedimento di revoca non determina l'annullabilità del provvedimento finale qualora l'amministrazione dimostri che il contenuto dello stesso non avrebbe potuto essere diverso da quello adottato, in applicazione del principio di prevalenza della sostanza sulla forma.