Cassazione penale Sez. I sentenza n. 23394 del 1 giugno 2015

ECLI:IT:CASS:2015:23394PEN

Massima

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Il giudice di prevenzione, nel valutare la pericolosità sociale di un soggetto ai fini dell'applicazione di una misura di prevenzione personale, può legittimamente fondare il proprio giudizio sulla autonoma rivalutazione di fatti e circostanze già esaminati in un precedente processo penale conclusosi con sentenza di assoluzione, senza che sia necessario il riscontro di chiamate in correità o in reità qualificate da elementi individualizzanti. Ai fini della confisca di prevenzione di un bene intestato a un terzo estraneo alla pericolosità sociale del proposto, il giudice deve verificare se il terzo abbia effettivamente acquisito e gestito in via autonoma ed esclusiva l'attività economica lecita dalla quale provengono i redditi utilizzati per l'acquisto del bene, senza che tale redditivita' occulta possa essere ricondotta al soggetto sottoposto alla misura di prevenzione personale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. SANDRINI E. G. - rel. Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 13/2011 CORTE APPELLO di BARI, del 25/02/2014;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ENRICO GIUSEPPE SANDRINI;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. GIALANELLA Antonio che ha chiesto l'annullamento con rinvio del provvedimento impugnato.

RITENUTO IN FATTO

1. Con decreto in data 25.02.2014, pronunciato in sede di rinvio a seguito di sentenza di annullamento del…

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