La partecipazione all'associazione di tipo mafioso può essere desunta da un complesso di elementi probatori, quali le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, le conversazioni intercettate e le dichiarazioni di testimoni e persone offese, che dimostrino l'effettiva adesione del soggetto al sodalizio criminoso, il suo contributo causale alle attività illecite del gruppo e il vincolo di solidarietà e di omertà che lo lega agli altri membri. La valutazione di tali elementi probatori è riservata in via esclusiva al giudice di merito, la cui motivazione è sindacabile in sede di legittimità solo in caso di manifesta illogicità o mancanza. L'aggravante dell'associazione armata, inoltre, può essere esclusa qualora i giudici di merito, sulla base di una motivazione non manifestamente illogica, ritengano che gli elementi probatori relativi al possesso di armi da parte del sodalizio criminoso non siano sufficientemente individualizzanti e concludenti. Infine, l'utilizzabilità in dibattimento delle dichiarazioni rese dai testimoni nel corso delle indagini preliminari, ai sensi dell'art. 500 c.p.p., comma 4, è subordinata all'accertamento della sussistenza di elementi concreti circa la sottoposizione a minaccia dei testi, senza che sia necessaria una prova certa oltre ogni ragionevole dubbio.