Cassazione penale Sez. V sentenza n. 2703 del 21 gennaio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:2703PEN

Massima

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Il giudice della prevenzione, nel valutare la pericolosità sociale del proposto, ha l'onere di confrontarsi con gli esiti del processo di cognizione e con le ragioni che li hanno determinati, a maggior ragione quando la pericolosità ritenuta sia di tipo generico e non vengano specificamente individuati i fatti delittuosi che la rivelerebbero. Ai fini della confisca di prevenzione, i presupposti sono individuati nella sproporzione tra il valore dei beni detenuti ed il reddito dichiarato dal prevenuto o nell'origine anche solo indirettamente illecita dei beni medesimi, essendo irrilevante che il bene, qualora non di valore sproporzionato o di origine illecita, sia stato utilizzato per la consumazione di un reato. Il provvedimento di confisca deve pertanto motivare in ordine alla sussistenza di tali presupposti, non essendo sufficiente il riferimento all'utilizzo strumentale del bene per il raggiungimento degli scopi di un'associazione criminale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. MAZZITELLI Caterina - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - rel. Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso il decreto del 5/12/2017 della Corte d'appello di Napoli;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));
lette le conclusioni del Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. ((omissis)), la quale ha richiesto venga dichiarata l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il decreto impugnato la Corte d'appello di Napoli, in parzia…

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