Tribunale Amministrativo Regionale Veneto - Venezia sentenza n. 1241 del 2019

ECLI:IT:TARVEN:2019:1241SENT

Massima

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Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esercizio della giurisdizione esclusiva in materia di edilizia e urbanistica, afferma che l'azione di annullamento proposta dal ricorrente avverso la determinazione comunale di quantificazione dell'oblazione e degli oneri concessori dovuti per il rilascio del permesso di costruire in sanatoria deve essere qualificata come azione di accertamento negativo della pretesa creditoria del Comune, sussistendone i presupposti formali e sostanziali. Il Tribunale precisa che, pur non potendo il difetto di motivazione condurre di per sé all'accoglimento del ricorso, esso rileva ai fini del rispetto del principio di buona fede che deve informare il rapporto tra Amministrazione e cittadino anche nell'esercizio di attività non avente natura autoritativa. Nel merito, il Tribunale ritiene parzialmente fondate le censure del ricorrente in ordine ai criteri utilizzati dal Comune per il calcolo degli oneri concessori e dell'oblazione. In particolare, il Tribunale afferma che: 1) È legittima l'inclusione nel computo della superficie utile lorda della superficie del piano seminterrato, in quanto la normativa urbanistica esclude dal computo solo i locali seminterrati sporgenti da terra fino a 1 metro, mentre nel caso di specie la sporgenza supera tale misura. 2) Non è corretta la duplicazione del computo di alcune superfici, applicando prima i parametri della tipologia 1 (opere realizzate in assenza o difformità di titolo e non conformi agli strumenti urbanistici) e successivamente quelli della tipologia 3 (opere di ristrutturazione edilizia), in quanto ciascun intervento deve essere qualificato secondo la tipologia di abuso effettivamente realizzata. 3) È legittima l'applicazione dell'importo forfettario previsto per la tipologia 6 (opere di manutenzione straordinaria) alle modifiche interne e delle forometrie, in quanto tali interventi non determinano modifiche della superficie. 4) È erronea l'applicazione, ai fini del calcolo del costo di costruzione, del coefficiente di incremento previsto per l'altezza dei locali superiore a quella minima, senza distinzione tra vani accessori e non accessori. 5) È illegittima l'applicazione, ai fini della quantificazione degli oneri di urbanizzazione, del coefficiente relativo alla zona "di espansione" anziché a quello della zona "di completamento", in quanto l'edificio ricade in quest'ultima zona ai sensi del PRG vigente. In conclusione, il Tribunale accoglie parzialmente il ricorso, ordinando all'Amministrazione di procedere alla quantificazione delle somme dovute sulla base dei parametri correttamente individuati.

Sentenza completa

Pubblicato il 15/11/2019

N. 01241/2019 REG.PROV.COLL.

N. 02262/2006 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto

(Sezione Seconda)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 2262 del 2006, proposto da
((omissis)) e ((omissis)), in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall'avvocato ((omissis)), con domicilio eletto presso lo studio ((omissis)) in Venezia, ((omissis)), 1163;

contro

Comune di Rosà, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall'avvocato ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso lo studio ((omissis)) in Venezia - Mestre, corso del Popolo, 58 - Scala B;

per l'annullamento

della determina del Comune di Rosà – Settor…

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