Cassazione penale Sez. I sentenza n. 25159 del 16 giugno 2016

ECLI:IT:CASS:2016:25159PEN

Massima

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La massima giuridica che si può trarre dalla sentenza è la seguente: La circostanza aggravante dei motivi futili non sussiste quando la determinazione criminosa dell'imputato sia stata causata da uno stimolo esterno, seppur lieve, che non possa considerarsi un mero pretesto per lo sfogo di un impulso criminale ingiustificabile, ma risulti obiettivamente idoneo a provocare la reazione dell'imputato, secondo il comune sentire. In tali casi, la valutazione della sussistenza dell'aggravante deve tenere conto delle dichiarazioni testimoniali che ricostruiscono l'antefatto criminoso, al fine di escludere l'applicazione dell'aggravante dei futili motivi, pur non essendo ravvisabili gli estremi dell'attenuante della provocazione. Inoltre, il giudice di merito deve motivare adeguatamente il diniego delle attenuanti generiche, valutando la posizione complessiva dell'imputato sulla base di tutti gli elementi oggettivi e soggettivi che connotano la vicenda, senza limitarsi a una mera concessione discrezionale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. SANDRINI ((omissis)) - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

Dott. CENTONZE Alessandro - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Procuratore generale presso la Corte di appello di Reggio Calabria e dall'imputato nel procedimento contro:
1) (OMISSIS), nato il (OMISSIS);
Avverso la sentenza n. 389/2014 emessa il 09/10/2014 dalla Corte di appello di Reggio Calabria;
Udita la relazione svolta dal Consigliere dott. ((omissis));
Udito il Procuratore generale, in persona della dott.ssa ((omissis)), che ha concluso per l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata in accoglimento del ricorso proposto dal Procurato…

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