La minaccia, ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 611 c.p., si realizza in qualsiasi comportamento idoneo a incutere timore e a far sorgere la preoccupazione di poter subire un male o un danno ingiusto, compromettendo o diminuendo la libertà morale del soggetto passivo. Ciò si verifica anche quando la prospettazione di conseguenze pregiudizievoli, pur non dipendendo direttamente dalla volontà del soggetto agente, risulta comunque idonea a coartare la volontà della persona offesa, privandola della libertà di determinazione e di azione. Pertanto, la condotta di chi induce il minore a ritrattare le dichiarazioni rese in precedenza in merito ad abusi subiti, prospettandogli conseguenze negative per sé e per il genitore, integra il reato di violenza privata, in quanto volta a comprimere la libertà morale della vittima e a impedirne la libera determinazione.