Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso l'ordinanza di demolizione di un manufatto edilizio abusivo, afferma che: 1. L'ordine di demolizione d'ufficio ai sensi dell'art. 27 del D.P.R. n. 380/2001 sussiste quando l'opera realizzata in assenza di permesso di costruire si configura come nuova costruzione, senza che sia necessario verificare la possibilità di irrogare una mera sanzione pecuniaria, prevista solo per gli interventi in parziale difformità dal titolo edilizio. 2. L'interesse pubblico alla rimozione dell'abuso edilizio è in re ipsa, senza che occorra una preventiva valutazione della sanabilità delle opere o una dimostrazione della loro incompatibilità urbanistica, essendo l'esercizio del potere repressivo un atto dovuto. 3. L'omessa comunicazione dell'avvio del procedimento non determina l'annullamento del provvedimento, ai sensi dell'art. 21-octies della L. n. 241/1990, quando il contenuto del provvedimento non avrebbe potuto essere diverso. 4. La destinazione dell'area a spazi pubblici, come nel caso di zona H - Parco Urbano, costituisce presupposto per l'ordine di demolizione d'ufficio, al fine di reintegrare con immediatezza il bene protetto, pregiudicato dall'abusivo intervento edilizio.