La regolarità urbanistico-edilizia dei locali in cui viene esercitata l'attività di somministrazione di alimenti e bevande costituisce condizione essenziale per il legittimo svolgimento di tale attività commerciale. L'assenza del certificato di agibilità e della concessione demaniale, necessari per attestare la conformità dell'immobile alle prescrizioni urbanistiche e la disponibilità giuridica dell'area, impedisce l'esercizio dell'attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, rendendo legittimo il provvedimento di revoca in autotutela della segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) adottato dall'amministrazione. L'interesse del privato allo svolgimento e alla prosecuzione dell'attività economica non può prevalere sull'interesse pubblico alla tutela della legalità urbanistica ed edilizia, nonché alla sicurezza e salubrità dei locali destinati all'esercizio di attività commerciali aperte al pubblico. La mancata ottemperanza da parte del privato all'ordine di produrre i titoli abilitativi richiesti, entro il termine assegnato dall'amministrazione, legittima l'adozione del provvedimento di revoca della SCIA, senza che possa essere invocata la violazione delle garanzie procedimentali di cui alla legge n. 241 del 1990, ove il privato abbia comunque partecipato al procedimento.