L'atto di cessione gratuita di aree destinate a opere di urbanizzazione, stipulato in esecuzione di una convenzione di lottizzazione, è valido e non può essere dichiarato nullo per mancanza di accordo o di causa, né annullato per errore, anche qualora vi sia stata una "confusione catastale" circa l'esatta individuazione delle aree oggetto di cessione. Ciò in quanto l'atto di cessione è sorretta da una causa esterna, costituita dall'esecuzione di obbligazioni precedentemente assunte nell'ambito della convenzione urbanistica, e l'eventuale errore non è riconoscibile dall'altro contraente, il Comune, in assenza di elementi che dimostrino la conoscenza da parte di quest'ultimo della pregressa cessione di parte delle aree a una società partecipata. Pertanto, il Comune acquista validamente la proprietà anche delle aree e dei manufatti (come il pozzo) realizzati su di esse, in forza del principio dell'accessione di cui all'art. 934 c.c. La circostanza che la società partecipata dal Comune fosse a conoscenza della pregressa cessione non è sufficiente a ritenere l'errore riconoscibile dal Comune, in quanto le società partecipate, anche se in house, mantengono una propria autonomia giuridica rispetto all'ente locale.