Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: Nell'ambito della verifica di congruità di un'offerta ritenuta anomala in una procedura di gara aggiudicata con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, la stazione appaltante ha l'obbligo di valutare in modo globale e sintetico la complessiva attendibilità e credibilità delle stime previsionali relative ai diversi costi, senza che uno scostamento rispetto ai parametri di riferimento (come le tabelle ministeriali sul costo del lavoro) possa di per sé determinare l'automatica esclusione dell'offerta, a meno che non emerga una manifesta irragionevolezza o abnormità, ovvero un macroscopico travisamento dei fatti. Pertanto, il giudizio di congruità dell'offerta anomala è sufficientemente motivato quando la stazione appaltante rinvia alle giustificazioni rese dall'impresa offerente, salvo che il concorrente escluso non dimostri la manifesta illogicità o erroneità di tale valutazione e la sussistenza di evidenti indizi di anomalia dell'offerta. Inoltre, il sospetto di anomalia dell'offerta, nel caso di aggiudicazione con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, emerge solo quando sia i punti relativi al prezzo, sia il punteggio relativo alla qualità dell'offerta tecnica, sono entrambi pari o superiori ai quattro quinti dei corrispondenti punti massimi previsti dal bando di gara, circostanza che non ricorre quando la convenienza economica dell'offerta è accompagnata da una valutazione qualitativa inferiore rispetto a quella dell'offerta concorrente.