Cassazione penale Sez. V sentenza n. 27900 del 19 luglio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:27900PEN

Massima

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Il reato di diffamazione è integrato dalla divulgazione di espressioni offensive dell'altrui reputazione, anche attraverso la pubblicazione di fotografie e scritti, quando tali condotte siano idonee a ledere l'onore e il decoro della persona offesa, indipendentemente dalla sussistenza di un intento diffamatorio specifico, essendo sufficiente la mera consapevolezza della potenzialità lesiva del comportamento. La comunicazione con più persone, quale elemento costitutivo del reato, si presume integrata quando l'espressione offensiva sia inserita in un documento o atto destinato per sua natura ad essere normalmente visionato da una pluralità di soggetti, come nel caso di fotografie e scritti affissi all'esterno di esercizi pubblici o inviati a familiari della vittima. La responsabilità dell'imputato può essere desunta da elementi indiziari, quali la deposizione della parte offesa, le conversazioni telefoniche, i precedenti comportamenti e la comparazione grafica, purché tali elementi siano adeguatamente valorizzati e posti a fondamento di una motivazione logica e coerente. Il divieto di appello avverso le sentenze del giudice di pace che applicano la sola pena pecuniaria, in assenza di condanna al risarcimento del danno, non viola i principi costituzionali, in quanto risponde all'esigenza di contemperare il diritto di impugnazione con l'obiettivo di semplificazione del procedimento penale dinanzi al giudice di pace.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. TUDINO Alessandrina - Consigliere

Dott. CARUSILLO Elena - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza emessa il 27/11/2019 dalla Giudice di Pace di Treviso;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott.ssa Elena Carusillo;
udito il P.M., nella persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. Lori Perla che, riportandosi alla requisitoria scritta ex Decreto Legge n. 137 del 2020, articolo 23, comma 8, ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
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