Cassazione penale Sez. II sentenza n. 18719 del 14 aprile 2017

ECLI:IT:CASS:2017:18719PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il tentativo di estorsione aggravato dal metodo mafioso si configura quando l'agente pone in essere atti idonei e diretti in modo non equivoco a costringere la vittima, mediante minaccia, a consegnargli denaro, avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo con un sodalizio di stampo mafioso. L'idoneità degli atti e la direzione non equivoca della condotta devono essere valutate ex ante, tenendo conto delle intrinseche connotazioni dell'atto, della situazione ambientale in cui è stato posto in essere, della connotazione storica del fatto, delle sue effettive implicazioni con riferimento alla posizione dell'agente e del destinatario della condotta, nonché del suo significato alla luce delle consuetudini locali, a prescindere dalla capacità di resistenza dimostrata dalla vittima. La desistenza volontaria non è configurabile nei reati di danno a forma libera, come l'estorsione, una volta che siano stati posti in essere gli atti da cui origina il meccanismo causale capace di produrre l'evento, potendo al più operare la diminuente per il c.d. recesso attivo. La circostanza aggravante del metodo mafioso è integrata quando la condotta dell'agente si caratterizza per l'utilizzo di modalità tipiche dell'intimidazione derivante dall'organizzazione criminale mafiosa, come il richiamo a precedenti episodi di criminalità organizzata ai danni della vittima e l'evocazione dell'appartenenza dell'agente a un sodalizio mafioso. Il giudizio sulla rilevanza e attendibilità delle fonti di prova è rimesso insindacabilmente ai giudici di merito, la cui valutazione non è sindacabile in sede di legittimità, salvo il controllo sulla congruità e logicità della motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMU Giacomo - Presidente

Dott. DE SANTIS ((omissis)) - Consigliere

Dott. DI PISA Fabio - rel. Consigliere

Dott. ARIOLLI Giovanni - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 12/02/2016 della CORTE APPELLO di MESSINA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 09/03/2017, la relazione svolta dal Consigliere Dr. FABIO DI PISA;
Udito il Procuratore Generale in persona di Dr. GAETA PIETRO il quale ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1.Con sentenza del 12/02/2016, la Corte di Appello di Messina confermava la sentenza co…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.