Cassazione penale Sez. V sentenza n. 33997 del 21 settembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:33997PEN

Massima

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Il diritto di critica e di denuncia di presunti abusi amministrativi non può essere esercitato in modo diffamatorio, essendo necessario il rispetto dei limiti della continenza formale e della verità sostanziale dei fatti esposti. L'esimente della provocazione, prevista dall'art. 599 c.p., comma 2, non è applicabile quando il tempo trascorso tra l'evento che si assume provocatorio e la reazione diffamatoria sia tale da escludere l'immediatezza della reazione, richiesta dalla norma. Inoltre, l'assenza di un fatto ingiusto che possa giustificare la reazione diffamatoria esclude anche il riconoscimento dell'attenuante di cui all'art. 62 c.p., n. 2. Il risarcimento del danno morale alla persona offesa, essendo commisurato alla gravità oggettiva del fatto, può essere determinato in modo equitativo dal giudice in modo autonomo rispetto alla valutazione della pena.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GRASSI Aldo - Presidente

Dott. BEVERE Anton - rel. Consigliere

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo A. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CA. MA. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 70/2009 TRIBUNALE di ROMA, del 21/01/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 05/07/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO BEVERE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Iacoviello F.M., che ha concluso per il rigetto;

Udito, per la parte civile, l'Avv. ((omissis));

Udito i…

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