Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il requisito dell'esposizione sommaria dei fatti di causa, prescritto a pena di inammissibilità del ricorso per cassazione dall'art. 366 c.p.c., n. 3, risponde all'esigenza di consentire una chiara e completa cognizione dei fatti sostanziali e processuali che hanno originato la controversia e dell'oggetto dell'impugnazione, senza dover ricorrere ad altre fonti o atti. L'inosservanza di tale requisito, che impone all'esposizione del fatto di essere sufficientemente chiara ed esauriente, anche in relazione alle reciproche pretese delle parti, alle eccezioni, alle difese e alle deduzioni di ciascuna di esse, allo svolgimento della vicenda processuale e alle argomentazioni essenziali della sentenza impugnata, comporta l'inammissibilità del ricorso per cassazione, a prescindere dalla valutazione dei motivi di impugnazione, in quanto impedisce al giudice di legittimità di avere una chiara e completa cognizione della materia del contendere e dell'oggetto dell'impugnazione. Tale requisito assume rinnovata importanza nel nuovo contesto normativo introdotto dalla riforma del 2009, che ha modificato l'art. 132 c.p.c. in tema di contenuto della sentenza, in quanto impone alla parte ricorrente di sopperire ad eventuali manchevolezze della sentenza nell'individuazione del fatto sostanziale e processuale.