Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'autorizzazione all'installazione di un impianto di distribuzione di carburanti non può essere negata sulla base di un parere urbanistico comunale che non si limiti a verificare la conformità del progetto alle disposizioni del piano regolatore e alle prescrizioni in materia di sicurezza, sanità, ambiente e tutela dei beni storici e artistici, come previsto dalla normativa nazionale e regionale di settore. In particolare, il Comune non può opporre il mancato recepimento di un proprio piano di razionalizzazione e ristrutturazione della rete di distribuzione dei carburanti, in quanto tale strumento programmatorio è stato superato dalla liberalizzazione del mercato introdotta dal D.Lgs. n. 32/1998 e dai successivi provvedimenti regionali attuativi, che hanno abrogato l'obbligo di conformità ai piani carburanti per gli impianti da realizzare nei Comuni con popolazione superiore a 10.000 abitanti. Pertanto, l'Amministrazione competente al rilascio dell'autorizzazione deve valutare esclusivamente la conformità del progetto alle prescrizioni di legge, senza poter sindacare l'opportunità della sua localizzazione sulla base di considerazioni urbanistiche non strettamente pertinenti. Inoltre, il parere negativo del Comune deve essere adeguatamente motivato e non può limitarsi a mere affermazioni generiche sulla presenza di altri impianti nell'area, senza alcun riferimento alle specifiche disposizioni normative che ne vietino l'installazione. In caso di parere favorevole degli altri enti competenti (Vigili del Fuoco, ecc.) e di rispetto dei requisiti di legge, l'Amministrazione non può negare l'autorizzazione, se non per ragioni espressamente previste dalla normativa di settore.