Il giudice può legittimamente disporre l'aumento di pena per la recidiva reiterata, prevista dall'articolo 99 comma 4 c.p. in relazione alla commissione dei reati di cui all'articolo 407 comma 2 lettera a) c.p.p., anche se in data anteriore alla sentenza della Corte Costituzionale n. 185 del 2015 che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del carattere obbligatorio dell'aumento stesso, qualora tale aumento risulti adeguatamente motivato in relazione alla gravità della condotta, alla negativa personalità dell'imputato ed alla sua pericolosità sociale. Ciò in quanto, secondo il consolidato orientamento della Corte di Cassazione, l'aumento di pena per recidiva reiterata non è illegittimo e quindi suscettibile di rideterminazione in sede esecutiva, quando non sia stato applicato automaticamente per la natura obbligatoria della recidiva, ma in considerazione di tali specifici elementi di fatto. Il giudice, pertanto, non è vincolato all'applicazione automatica dell'aumento di pena per la recidiva reiterata, ma può modulare la sanzione tenendo conto della gravità complessiva del fatto, della personalità del reo e della sua pericolosità sociale, senza incorrere in vizi di legittimità.