Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'autorizzazione paesaggistica rilasciata dall'amministrazione comunale deve essere adeguatamente motivata, esponendo le ragioni concrete che rendono l'intervento edilizio compatibile con il contesto ambientale e paesaggistico tutelato, sulla base di una compiuta istruttoria che valuti l'intera consistenza delle opere abusive realizzate. In difetto di una siffatta motivazione, l'autorizzazione è illegittima per carenza di istruttoria e di motivazione, consentendo alla Soprintendenza competente di esercitare il potere di annullamento previsto dall'art. 159 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, anche richiedendo integrazioni documentali necessarie per una corretta valutazione dell'impatto paesaggistico dell'intervento. Il termine per l'esercizio di tale potere di annullamento decorre dalla completa ricezione della documentazione integrativa richiesta dalla Soprintendenza, in applicazione del principio di completezza dell'istruttoria procedimentale.