Il permesso di costruire e gli atti ad esso presupposti sono illegittimi quando l'intervento edilizio, pur qualificato dall'amministrazione come "ristrutturazione conservativa", comporta in realtà la demolizione e ricostruzione dell'edificio preesistente, con modifiche sostanziali della sagoma, del numero dei piani e dell'altezza complessiva, in violazione della normativa edilizia e urbanistica applicabile. In particolare, l'intervento non può essere ricondotto alla ristrutturazione conservativa di cui all'art. 135, comma 2, lett. d) della legge regionale n. 65/2014, che presuppone il mantenimento dell'organismo edilizio originario, né alla ristrutturazione ricostruttiva di cui all'art. 134, comma 1, lett. h), n. 3 della medesima legge, che impone il rispetto della sagoma preesistente. Inoltre, la sopraelevazione dell'intero edificio, con l'inserimento di un piano ulteriore, eccede le limitate modifiche alla sagoma ammesse dalla normativa urbanistica locale per gli edifici contraddistinti dal simbolo 2. Pertanto, l'amministrazione ha errato nella qualificazione dell'intervento e nella motivazione del provvedimento, incorrendo in difetto di istruttoria e travisamento dei fatti, con conseguente annullamento del permesso di costruire e degli atti presupposti.