Cassazione penale Sez. V sentenza n. 9287 del 2 marzo 2009

ECLI:IT:CASS:2009:9287PEN

Massima

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Il reato di diffamazione commesso mediante la divulgazione di immagini di un rapporto sessuale si prescrive nel termine ordinario di sei anni decorrente dalla data di emissione del decreto di citazione a giudizio, senza che rilevi l'incertezza sulla data effettiva della diffusione del materiale, atteso che il momento consumativo del reato è individuato nel compimento dell'atto di divulgazione, a prescindere dalla conoscenza effettiva da parte della persona offesa. Pertanto, il giudice di merito non può riconoscere la prescrizione del reato sulla base di mere congetture circa la data di diffusione, dovendo invece accertare con certezza il momento in cui è avvenuta la divulgazione delle immagini, al fine di verificare la tempestività dell'azione penale. La valutazione della prova in ordine alla disponibilità del materiale da parte dell'imputato rientra nell'ambito del libero convincimento del giudice, il quale è tenuto a motivare adeguatamente le proprie conclusioni sulla base degli elementi acquisiti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DI. MA. MI. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 23/06/2008 CORTE APPELLO di SALERNO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. AMATO ALFONSO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. MONETTI Vito, che ha concluso per l'inammissibilita'.

udito, per la parte civile, l'Avv. MONACO M., in sost.ne dell'Avv.ssa MACARIO P..

MOTIV…

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