La realizzazione di un centro comunale per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani in un'area PIP, anche se comporta una modifica dello schema di utilizzazione dei lotti e una riduzione dei parametri tecnici previsti dalle norme urbanistiche, non costituisce variante allo strumento urbanistico generale ai sensi dell'art. 2 della L.R. n. 37/1996, purché non vi sia una riduzione delle superfici destinate a servizi e la capacità insediativa teorica sia rispettata, con la possibilità di una sua riduzione contenuta entro il 10%. Tali modifiche, connesse alla funzionalità del centro di raccolta, rientrano nell'ambito delle previsioni di cui ai commi 2, 3 e 4 dell'art. 2 della L.R. n. 37/1996, che consentono agli strumenti urbanistici attuativi di iniziativa pubblica di apportare variazioni ai parametri tecnici, senza costituire variante allo strumento urbanistico generale. Inoltre, il progetto deve essere sottoposto alla valutazione preventiva dell'interesse archeologico da parte della Soprintendenza competente ai sensi dell'art. 25 del D.Lgs. n. 50/2016, la quale può esprimere parere favorevole con prescrizioni, volte ad assicurare la tutela del patrimonio archeologico, senza che ciò comporti l'annullamento o la revoca del finanziamento regionale concesso per la realizzazione dell'opera.